Arlecchino ha un padrone tanto avaro che è
costretto a rattoppare il vecchio vestito con ritagli di vari colori. E’ un
servo ingnorante, goffo ma astuto, sempre affamato. Parla un linguaggio
sboccato ed è specialista nell’eseguire capriole e acrobazie.
Colombina è una domestica agile e svelta, furba e civetta, impertinente e pettegola.
Di solito è moglie o compagna di Arlecchino.
Pantalone, di origine veneziana, è un ricco mercante che deve il suo nome forse ai
calzoni (pantaloni) che indossa. Avaro e un po’ scorbutico, non sopporta i
giovani, è vittima di beffe e si innamora sempre senza successo.
Pulcinella si prende gioco di tutto e di tutti: il
suo ideale è il dolce far niente, i suoi sospiri sono per il mangiare e
l’ubriacarsi, con tutti i guai che ne seguono. E’ una maschera della tradizione
napoletana. Il suo costume è un camiciotto bianco come i facchini del tempo.
In Francia nasce il
tenero e ingenuo Pierrot, maschera malinconica
e poetica, innmorato patetico e sfortunato. Indossa larghi pantaloni bianchi,
una casacca pure bianca e larga, una calotta nera di velluto in testa ed il
viso è imbiancato.
Gianduja nacque come burattino per trasformarsi
nel Settecento nella più importante maschera piemontese. Viveva in una casetta
di campagna, chiamata “ciabot”, assieme alla moglie Giacometta. Da semplice
contadino, con il passare del tempo si trasformò in un gentiluomo allegro,
amante del buon vino e della buona tavola. Spesso Gianduja entrava in
un’osteria e chiedeva un boccale di vino. Pare che il suo nome derivi dalla
frase “Gioan d’la douja” che significa “Giovanni nel boccale”.
Brighella “Corteggio chi spende, semino dove si
raccoglie, dimentico chi è inutile, prometto a tutti, mantengo a pochi, mi
chiamo Brighella e faccio ogni giorno una marachella!” La maschera rappresenta
un servo furbo, sempre pronto a beffare il suo padrone, quasi sempre Pantalone.
Baldanzone è un simpatico Dottore che usa un linguaggio
apparentemente da persona colta, ma in realtà dice solo cose insensate, usando
paroloni presi dal latino, dal greco o da lingue straniere. Gesticola con ampi
e lenti movimenti delle braccia. Piega il capo all’indietro e butta la pancia
in fuori per sembrare più imponente e incutere soggezione a chi lo ascolta.
Quando interpreta il “medico”, dà pareri oscuri sulla malattia e alla fine non
riesce mai a guarire nessuno.
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